Photo by Shopify Partners from Burst

Scarica il Comunicato stampa

COMUNICATO STAMPA

I fatti recentemente accaduti a Roncadelle, in cui un padre ha rapito il figlio durante un incontro protetto minacciando gli operatori e sottraendolo alla madre con cui abitualmente vive, hanno improvvisamente indotto l’opinione pubblica ad interessarsi ai minori in difficoltà e ai Servizi Sociali.

Come Ordine regionale degli Assistenti Sociali vorremmo che il dibattito su questi temi fosse costante, attento ed informato, non solo mosso da episodi limite che muovono paure e diffidenze e non portano un pensiero costruttivo.

Il nostro Ordine rappresenta una categoria di professionisti che, insieme a psicologi, educatori, operatori dei servizi specialistici e magistrati, lavora quotidianamente con le famiglie in difficoltà nel tentativo di garantire ai bambini e alle bambine un contesto di vita adeguato alle loro esigenze evolutive. La libertà educativa delle famiglie, sacrosanta, deve restare comunque circoscritta al rispetto dei diritti dei minori, diritti che sono stati ampiamente dettagliati dalla normativa – dalla Convenzione ONU in poi – e dalla letteratura scientifica in materia.

Purtroppo alcune famiglie, in determinati periodi e per diversi motivi, non sono pienamente responsabili e non tutti i genitori sono sempre in grado di riconoscere i bisogni dei figli e di prendersene cura. Ed è per questo motivo che la nostra Costituzione afferma che “nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti” (art. 30) e il Codice civile prevede che “il giudice può pronunziare la decadenza dalla responsabilità genitoriale quando il genitore viola o trascura i doveri ad essa inerenti o abusa dei relativi poteri con grave pregiudizio del figlio” (art. 330).

Il procedimento con cui il giudice arriva a limitare la responsabilità genitoriale è lungo e complesso e le professionalità che vi concorrono sono molteplici. Lavorare con le famiglie in difficoltà e con i loro figli è un’attività molto delicata, che richiede non solo competenze professionali solide, ma anche il coraggio di affrontare una realtà a volte molto dura e una grande capacità di stare a contatto con la sofferenza dell’altro.

Come Ordine siamo impegnati a tutelare la professione e a vigilare sull’operato della nostra comunità professionale. Per questo siamo al fianco di tutti quegli assistenti sociali che giorno dopo giorno mettono la loro intelligenza e umanità al servizio dei cittadini. A tutte queste colleghe e questi colleghi che scelgono di impegnarsi in questa professione nonostante le fatiche, le notti insonni, dilemmi quotidiani da affrontare e lo scarso riconoscimento sociale, esprimiamo la nostra più sincera vicinanza e solidarietà.

Leggere sui social commenti arrabbiati che esortano le istituzioni a “lasciare stare i bambini” e a “non mettere il naso dentro le famiglie” ci lascia amareggiati… anche noi vorremmo che ogni bambino potesse contare su un contesto familiare amorevole, accogliente e attento. Ma se questo non accade, se tutte le altre misure di sostegno non sono sufficienti e l’incuria, la violenza fisica e psichica, i maltrattamenti e gli abusi sessuali sono il contesto di vita di un bambino, è fondamentale che ci sia un sistema di protezione pronto a mettere in sicurezza il minore. Perché nessuna bambina e nessun bambino deve essere lasciato solo e vivere nella deprivazione e nell’angoscia.

Milano, 8 ottobre 2022

La Presidente del Consiglio Regionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Lombardia

Dott.ssa Manuela Zaltieri