In quest’anno di emergenza, non solo sanitaria, a causa della pandemia, gli assistenti sociali dei servizi sanitari/ospedalieri mai così tanto si sono confrontati con bisogni di tipo informativo e di relazione da parte dei cittadini che, nell’impossibilità di visitare i propri congiunti ricoverati, desideravano ricevere notizie o mettersi in contatto con chi si stava occupando di loro.

Diverse sono, infatti, le testimonianze di colleghi che hanno agito la competenza professionale fornendo, anche nella nuova modalità “a distanza”, ascolto, sostegno emotivo e orientamento a chi chiedeva informazioni sui propri familiari, segnalava difficoltà o necessità assistenziali varie, ponendosi spesso da collegamento con gli operatori sanitari ed i servizi competenti.

In alcuni casi sono state attivati specifici servizi riconosciti e promossi dagli enti quali “sportelli di ascolto”, call center, ecc..

Di seguito due significative esperienze, di recente avvio, che coinvolgono assistenti sociali quale personale qualificato in prima linea nel rapporto con il cittadino, divulgate e pubblicizzate sui media (stampa e canale social) dagli enti di appartenenza:

  • ‘Ti ascolto io’progetto realizzato dalla Area Sociale dell’ASST di Cremona mediante l’attivazione di un servizio telefonico di orientamento e supporto per i familiari dei pazienti affetti da Covid-19 ricoverati negli Ospedali di Cremona e Oglio Po. Articolo de “La Provincia di Cremona”.
  •  Call center attivato dall’ASST di Mantova dedicato alle informazioni sulle vaccinazioni anti-Covid con numero verde ed e-mail dedicata, gestito da assistenti sociali ed educatori del Dipartimento delle Fragilità (in questa fase emergenziale anche una semplice telefonata sul vaccino può costituire l’occasione per intercettare persone fragili che non accedono ai servizi perché non sanno a chi chiedere aiuto o non sono consapevoli dei propri bisogni). Articolo de “La Gazzetta di Mantova”