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“Tutti impegnati perché la professione sia sempre esercitata nella maniera migliore da tutti gli assistenti sociali. Fermi e decisi contro ogni speculazione mediatica e politica che ha seguito i fatti di Bibbiano”. È un passaggio del messaggio che l’Ordine degli assistenti sociali della Lombardia ha condiviso con il Consiglio Nazionale e gli altri Ordini regionali.

In un momento difficile per la professione, sotto attacco, in parte, anche dall’opinione pubblica, oltre che dai media e dalla politica, è importante trovare unitarietà di visione e di intenti.

La Conferenza straordinaria dei Presidenti convocata a Roma lo scorso 27 luglio ha segnato il momento di sintesi dei sentimenti, delle valutazioni e delle scelte dell’Ordine dopo i fatti di Bibbiano e il clamore mediatico che ne è seguito.

L’incontro ha messo a fuoco i temi sui quali si concentrerà la nostra azione per la tutela del rispetto delle e degli assistenti sociali che quotidianamente lavorano a sostegno di situazioni sempre più complesse e per assicurare a chi è in difficoltà l’incontro con professionisti capaci, formati e corretti.

Queste le aree di azione comune: formazione di base e continua, disciplinare e organizzativa, riforma della professione, sua rappresentazione e comunicazione al di là della contingenza, interlocuzione con le istituzioni e amministrazioni nazionali e locali su modelli organizzativi adeguati.

Pieno accordo nell’intento di individuare le criticità e nel mettere in atto un attento monitoraggio degli organi di informazione per contrastare affermazioni generiche e generali che screditano la professione, ponendo sempre estrema attenzione quando oggetto mediatico sono singoli casi , per la delicatezza, la complessità e l’unicità che caratterizza le situazioni in cui sono coinvolti minorenni.

Contemporaneamente auspichiamo una chiara presa di posizione da parte delle amministrazioni locali quanto gli stessi messaggi sono rivolti ai Servizi Sociali che sono la struttura organizzativa attraverso la quale gli enti assicurano i servizi alle persone e non possono e non devono essere identificati in modo esclusivo con la nostra professione.

Infine un invito alla comunità professionale a rimanere coesa, vigile, propositiva e collaborante in questo momento in cui sono in discussione le funzioni del servizio sociale professionale e un intero sistema di servizi.